La storia e il suo centro storico

Gonnesa affonda le sue radici storiche in epoche remote, così come testimoniano la presenza di domus de janas, di nuraghi e di villaggi archeologici. Fu scelta anche da Fenici, Punici e Romani, attratti dalla ricchezza dei minerali presenti nel suo sottosuolo (zinco, rame, piombo, argento) che lo occuparono per lunghi periodi. Fu popolata fin dal 1000 - 1200: sorse come domus o domestica, cioè centro di aggregati rurali di proprietà del giudice o di membri della sua famiglia. Appartenne al Giudicato di Cagliari sino 1257, successivamente, dal 1258 al 1400, dopo varie e cruente battaglie tra le potenze dell'epoca, passò, prima, sotto la dominazione della famiglia Donoratico, poi, sotto quella dei Pisani ed, infine, a quella degli Aragonesi. Intorno al 1300, alle attività tradizionali del mondo agropastorale si affiancò l'attività mineraria che divenne nei secoli successivi il vero cuore pulsante dell'economia di Gonnesa. Nel 1421 il re Alfonso d'Aragona concesse la villa di Gonnesa al visconte Gessa di Iglesias in donazione "pura, propria e irrevocabile" per ricompensarlo di alcuni suoi servigi alla Corona e da quel momento il villaggio entró nel novero delle concessioni feudali. Tuttavia fino al 1774, forse a causa di carestie e pestilenze o delle frequenti incursioni piratesche, Gonnesa, come del resto molti altri villaggi del Sulcis, rimase quasi del tutto spopolata.

Nel maggio 1774, con atto pubblico di conversione e capitolazione di vassallaggio, Don Gavino Asquer Amat, Visconte di Fluminimaggiore e Gessa, con quindici nuovi vassalli ripopolò il villaggio. Dalla metà dell'ottocento l'attività mineraria si sviluppò in maniera considerevole, diventando sempre più l'attività preminente dei gonnesini e, grazie ad essa, la popolazione aumentò in misura notevole. Da allora Gonnesa abbandonò la sua fisionomia prettamente agropastorale diventando un importante villaggio minerario. Nel 1906,  fu teatro di una rivolta di popolo che si estese all'intero bacino minerario, per rivendicare maggiore dignità nel lavoro e più umane condizioni di vita. La ribellione fu duramente repressa dalle forze dell'ordine e la stampa nazionale dette grande risalto all'avvenimento, tanto che il Parlamento Italiano istituì con Legge n. 393 del 29.7.1906 una commissione parlamentare di inchiesta.
La crisi dell'industria mineraria del secondo dopoguerra, con la cessazione quasi totale dell'attività delle miniere di carbone e la chiusura lenta ma inesorabile delle miniere piombo - zincifere, ha ridisegnato uno scenario economico-sociale del tutto nuovo e Gonnesa, oggi, con la sua storia, con la sua archeologia e con le sue bellezze naturali, pur senza dimenticare l'importanza economica che ancor oggi ha l'industria mineraria (nel suo territorio ha sede la più importante miniera di carbone italiana) punta decisamente sul turismo.

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