Lasciarsi affascinare dal Tempio di Antas e dal Vecchio Mulino
Il Tempio di Antas
Il Tempio di Antas “Romano”, dedicato al Sardus Pater Babai, guerriero e saggio progenitore della stirpe sarda che ha unito in questo luogo mistico genti e popoli di ogni tempo si trova nella Valle di Antas, incastonata al centro di un bellissimo anfiteatro naturale.
L’importanza del sito Archeologico è data dalle vestigia del luogo di culto romano, ma ripercorrendone la storia ritroviamo le testimonianze di un villaggio nuragico che attesta la presenza della civiltà già dall’età del bronzo.
Furono i nuragici, infatti, ad utilizzare per primi la Valle di Antas come luogo sacro per le sepolture ad incinerazione.
Al di sotto della gradinata d’accesso al Tempio di Antas “Romano” sono visibili i resti del luogo di culto cartaginese (500 a.C.), innalzato in onore della divinità punica Sid Addir Babay, Dio indigeno venerato nel vicino santuario nuragico. Nel sacello è stata ritrovata una serie di iscrizioni dedicatorie che costituiscono un patrimonio senza confronti rispetto a qualsiasi colonia punica di tutto l’occidente.
Il Tempio di Antas “Romano“ fu più volte rinnovato, fino ad arrivare al grande restauro testimoniato dall’iscrizione situata sulla parte sommitale dell’edificio, che conferma la collocazione dell’opera nel III secolo d.C.
Per chi ama le lunghe camminate (circa 1 ora) è presente l’antica strada romana che conduce dal Tempio di Antas a Su Mannau.
Il Vecchio Mulino
Il Museo etnografico è stato allestito all’interno dell’Antico Mulino ad acqua Licheri del ‘700, costruito sulla sponda del Rio Mannu di Fluminimaggiore, le cui acque venivano utilizzate per azionare la macina idraulica. La struttura conserva le caratteristiche delle tipiche abitazioni con i grossi muri in “ladiri” (mattoni di fango e paglia) e il tetto con le canne.
Oltre al mulino e alla parte esterna, sono allestiti undici spazi espositivi comprendenti varie stanze che conservano oggetti legati alla pastorizia, all’agricoltura e ad antichi mestieri, come ad esempio quello del fabbro o del ciabattino, ma la parte più significativa è incentrata sulle varie fasi della produzione e lavorazione del grano.
Su prenotazione si può assistere alla realizzazione artigianale di oggetti come cestini (intrecciati con pertiche di olivastro, lentisco e canna) e antichi giochi di un tempo, tra cui fucili di canna, strumenti sonori, la trottola ecc.
ATTENZIONE:
Il Nuraghe di Seruci a Gonnesa, il Tempio di Antas a Fluminimaggiore, il Castello di Acquafredda a Siliqua, il Sistema Museale di Santadi e il Museo del Carbone a Carbonia fanno rete per regalarvi un’eccezionale opportunità di riscoprire il territorio. Acquistando il biglietto in uno di questi siti avrete subito una riduzione sul biglietto che vi darà accesso agli altri quattro siti.